JUST JAZZ

Il JAZZ, dopo gli esplosivi anni Settanta, ha finito con l’identificarsi quasi totalmente con l’idea di “fusione”, rivelatasi sempre proficua a partire dalla sua nascita nella multi-etnica e multi-linguistica New Orleans
di inizio Novecento.
È così che nei festival, specialmente quelli europei, si sono sempre più spesso sentite musiche magnificamente eseguite, ma a volte prive di quel sapore e di quegli ingredienti che hanno reso il JAZZ così grande ed indispensabile nel corso della sua vertiginosa corsa lungo le strettoie del secolo breve. Due fra tutti: lo “swing”, quel contagioso ed inafferrabile mistero ritmico in grado di mutare di era in era e di musicista in musicista e, secondo ingrediente, la conquista da parte del musicista di una voce poetica fortemente individuale, lontana da riproduzioni e comodi stereotipi.
Ecco perché il Chiozzini ha deciso di dedicare l’edizione 2016 alla celebrazione di questi caratteri.
Il che non ha significato mettere in fila alcuni di quei bravi ma antistorici revivalisti per i quali il tempo non sembra essere mai passato. Ma al contrario identificare musicisti propulsivi che abbiano saputo incorporare quei tratti nel proprio percorso poetico, aggiornandoli e piegandoli creativamente, come ogni grande jazzman ha sempre fatto.

Da qui la scelta della superband di John Scofield con Steve Swallow, Larry Golding e Bill Stewart, impegnata nell’eterno ampliamento dell’idea di “jazz standard”, questa volta verso le praterie della “country song”.
O quella di tre dei più folgoranti giovani talenti emersi negli ultimi anni: l’intenso trombettista afroamericano Ambrose Akinmusire, il geniale batterista Mark Guiliana (il tappeto ritmico dell’ultimo commovente David Bowie), e l’incontenibile pianista gallese Gwilym Simcock con i suoi
Impossible Gentlemen.
A questi si aggiungono il prodigioso
Kurt Rosenwinkel, una delle voci chitarristiche più stupefacenti degli ultimi decenni ed infine, come evento speciale del festival, la strepitosa ed esplosiva Dee Dee Bridgewater, una delle regine della vocalità jazz di oggi.
Pensando ad un titolo ci è sembrato impossibile, date queste premesse, non rubare l’idea di Gene Norman, che nel lontano 1947, per i suoi memorabili concerti
di all stars, coniò la bellissima formula “Just Jazz”,
“semplicemente jazz”.

NOT JUST JAZZ
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Data la vastità dell’attuale offerta musicale che, nei modi più obliqui e sorprendenti, fa comunque riferimento a jazz e improvvisazione, il Chiozzini presenta Not Just Jazz!, una sezione di segnalazioni che comprende tre delle proposte più fresche ed eccitanti della scena attuale: le violiniste
Sarah Neufeld e Eloisa Manera e il liutista olandese
Jozef van Wissem.